L’onda opposta

Tempo di crisi economica ed occupazionale in Italia. Valeria, giovane meridionale, aspirante giornalista insoddisfatta e Pino, camionista lombardo che ha appena perso il lavoro, con a carico moglie e figli, decidono di dare una svolta alla loro difficile vita con un gesto impensabile: tentare il “viaggio della speranza” dei migranti sul Mediterraneo in senso inverso. Da Lampedusa alla Tunisia. Sulla barca si ritrovano insieme una quindicina di italiani, di tutte le età ed estrazioni sociali, di diverse regioni, che raccontano le loro vite e i problemi che li hanno spinti a partire. Sono i primi italiani a navigare in senso inverso. Cercando, appunto, di cavalcare l’onda opposta.

In copertina: Illustrazione di Marianna Forte

 

Additional information

Autore

Patrizia Caiffa, Paolo Beccegato

Genere

Commedia

Anno

2015

ISBN

978-88-98149-18-6

Numero di pagine

190

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5 reviews for L’onda opposta

  1. Alessandra Micheli

    È contro la paura che si scaglia, anche se in modo ironico, questo libro. In modo sottile, scorrevole, quasi poetico, il racconto dell’immigrazione al contrario ci regala il significato profondo del fenomeno dell’immigrazione: quello connesso con un cambiamento. Leggere questo libro fa nascere quasi l’esigenza di essere eterni emigrati, un’ansia profondamente connessa con il desiderio di conoscere, di imparare a rapportarsi con vari contesti, con vari ambienti per potersi adattare a una vita in continuo movimento, a un mondo che si rivela sempre diverso da ciò che si apprende nei libri.

  2. Maria Cristina Famiglietti

    La barca della speranza che avanza opponendosi ad un destino beffardo, che naviga contro i venti più avversi è la tragica e densa metafora che gli autori hanno scelto per raccontarci queste vite a forma di storia con le quali metterci davanti svariate possibilità di riflessione. Ripensare al concetto stesso di migrante, di disperato, al concetto di crisi e di valore per la vita umana. Leggendo il romanzo, a tratti ironico ma al contempo molto amaro, finiremo con il partecipare alle ansie, alle speranze ed alle riflessioni che queste pagine trasudano fin dall’inizio. Perché c’è molta verità in questa finzione narrativa.

  3. Francesco Dragonetti (Utente Ibs)

    Un libro “controcorrente”, nel vero senso della parola: i mass media ci bombardano quotidianamente di immagini di “barconi della speranza” che approdano sui nostri lidi, con la disperata umanità che fugge da guerre e da miserie, ma cosa accadrebbe se fossimo noi a cavalcare l’”onda opposta” e tentar la fortuna in terra tunisina? Potrebbe sembrare una presa in giro, ma gli autori, “giramondi”, hanno voluto rovesciare il triste teorema, raccontando, quanto capitato ai due protagonisti, che in preda alla crisi economica, non esitano a “sbarcare” laddove gli altri partono (sperando di arrivare, sani e salvi, sic!) per una condizione di vita migliore. Ma in questo loro navigare, i nostri: Valeria (stereotipa della moderna meridionale acculturata, giornalista disoccupata) e Pino, camionista lumbard, anzi come precisa lui stesso,”?. dalla provincia di Varese”, appena licenziato, con a carico la famiglia, si incontrano, si scontrano (culturalmente), ma il comune denominatore è l’Africa del Nord: la loro “terra promessa”. Nel circumnavigare, incontreranno un disparato caleidoscopio di personaggi, ognuno con le proprie problematiche, sogni, desideri, dove si piange, si ride ed il lettore si sente anche lui, sul barcone, ma è un “? viaggio senza meta, senza senso, senza speranza”. Un’introspezione attenta, ove si dipana una matassa complicata, ed il romanzo lascia il passo ad una realtà “irreale”, vissuta in primis ed in diretta, dai nostri fratelli africani. La riflessione che si ricava, amara, dove ognuno di noi, forse si ritrova in qualche personaggio, che comprende, quanto sia difficile navigar nel mare della vita?. Ha sicuramente ragione la scrittrice americana Anais Nin, allorquando dice “andare sulla luna, non è poi così lontano. Il viaggio più lontano è quello all’interno di noi stessi.

  4. Perla Di Carta

    Bello davvero. La scrittura è scorrevole e ha un messaggio importante che tutti dovrebbero condividere. Lo consiglio, a me è piaciuto.

  5. Sergio R.

    un bel romanzo che mette in scena la tragedia delle migrazioni contemporanee a parti rovesciate, ne segue un gioco di specchi, tra ironia e risate, ma sempre con il riferimento amaro alla realtà. Si legge come una commedia, fa riflettere come un saggio. Consigliato

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